La Chiesa è dedicata a San Cleto, terzo papa e vesc ovo della Chiesa di Roma. Di lui abbiamo poche notizie e secondo quanto racconta il Liber Pontificalis, Cleto era Romano e fu eletto papa nell’ 80, sotto il regno di Tito. Durante il suo ministero episcopale potè entrare in possesso dell’area del sepolcro di Pietro, su quale si sviluppò il memoriale dell’Apostolo e su quale è stata edificata nel IV secolo dall’imperatore Costantino la basilica. Cleto morì verso l'anno 92, quasi sicuramente per morte naturale: per quell'anno, infatti, non sembra testimoniata alcuna persecuzione contro i cristiani. Fu sepolto nella necropoli vaticana nei pressi della tomba di Pietro. Il 26 aprile si celebra, secondo il calendario cristiano, la sua memoria liturgica.
Il plesso parrocchiale, su progetto dell’architetto Ildebrando Savelli (Milano 1912-Roma 2002), é stato portato a termine nel 1994 e sollenemente consacrato il 25 aprile 1994 dal Vicario di Roma il cardinale Camillo Ruini. All’esterno la chiesa si presenta come una tenda del deserto con una cuspide centrale, che converge verso l’alto e termina con una lanterna a vetri policromi, su cui è posta una croce. L’ affianca un po’ distaccata una struttura moderna in cemento armato, che funge da campanile, al cui interno sono inserite tre piccole campane, le stesse che appartenevano alla vecchia chiesa.
L’interno dell’edificio è a pianta circolare, con la copertura in legno lamellare e il pavimento policromo in marmo di Carrara.
Didascalia
Didascalia
Didascalia
Su progetto dell’architetto e sacerdote don Giampiero Maria Arabia, sono stati messi in esecuzione: l’altare, la sede, il battistero, l’ambone, la parete di fondo dell’area presbiterale e la collocazione delle statue della Madonna, e quella di san Cleto inserite al lato sinistro del presbiterio, in concomitanza dell'area confessionale. Il tutto rivestito con la tecnica del mosaico ha completato la sua opera con il disegno del pavimento.
Grande effetto scenico è dato dalla parete di fondo del presbiterio, ricoperta da una decorazione musiva di 8 per 4 metri. Essa propone idealmente come soggetto l’antico ed il nuovo Testamento, raffigurati da un’unica pianta di vite, che si apre in due rami: sul ramo di sinistra vi sono riprodotte dodici foglie a impersonare le dodici tribù d’Israele, con quattro grappoli d’uva, che richiamano i quattro punti cardinali e dunque l’universalità del messaggio divino; sul ramo di destra ci sono invece undici foglie, in rappresentanza degli apostoli, ad eccezione di Giuda il traditore.
La simbologia numerica prosegue con il numero sette, dato dai grappoli d’uva, ad indicare i sette sacramenti. Al centro della composizione si trova la figura dell’Agnello, che è in perfetta linea verticale con il Crocifisso, che pende dall’alto e con l’immagine di Cristo maestro riprodotto frontalmente sulla base della mensa eucaristica.
Egli riposa sul libro della Vita, del quale ha il potere di aprirne i sette sigilli e di svelarne il senso, anche il più recondito. Dalla visione generale del mosaico, tra i vari simboli, è di certo rintracciabile la linea avvolgente di un grande pesce, che attraversa l’insieme dell’intero quadro; poiché in greco si dice “Ichthys”, per i primi cristiani il simbolo nascondeva segretamente il seguente acronimo:
I= Iesous – Gesù CH= Christos – Cristo TH= Theou – di Dio Y= Uios – Figlio S= Soter - Salvatore “Gesù Cristo Figlio di Dio Salvatore”.
Nella parte centrale si intuisce una croce, albero della vita, che ci innalza all’Agnello. La composizione comprende, inoltre, altri elementi tipici dell’iconografia cristiana: le spighe di grano ed i pesci. Evidenti accenni curvilinei richiamano il calice del Signore, mentre evocano la casula del Cristo sacerdote. Al centro della parete, dietro la sede presbiterale, è stato ricavato un accesso al tabernacolo della Cappella feriale. La porticina presenta al centro un pregevole piccolo bassorilievo di Cecco Buonanotte, l’autore delle nuove porte d’ingresso ai Musei Vaticani. Didascalia Nella parte laterale di sinistra è posizionata la statua lignea della Madonna (Ortisei 1906), inserita all’interno di una composizione in mosaico a forma di mandorla con stelle stilizzate.
Le è a fianco, entro una semicircoscritta abside in mosaico la statua lignea di San Cleto, titolare della nostra Chiesa. E' raffigurato con la sfarzosità dei paramenti liturgici e con il capo ricoperta da un triregno di epoca più recente. In corrispondenza della parete di destra trova ubicazione il fonte battesimale, costituito da un’ ampia vasca ottagonale per consentire comodamente anche il battesimo per immersione.
Il fonte è adornato con fregi in mosaico con al centro la rappresentazione del battesimo di Cristo.
Il presbiterio presenta in maniera funzionale la centralità dell’altare e della sede di presidenza per grandi concelebrazioni. Sul lato sinistro invece si protende verso il popolo di Dio l’ambone, luogo della celebrazione della parola.
Il tutto adornato di figure e simboli rappresentativi del mistero che ivi si celebrano.
Alle due pareti laterali che racchiudono il restante edificio della Chiesa, una serie di vetrate, che danno luce all’ambiente.
Esse sono composte da 42 formelle in smalto su vetro, in cui sono raffigurati alcuni episodi significativi dell’Antico e del Nuovo Testamento: dalla creazione degli astri all’Annunciazione della Vergine Maria.
La croce sospesa sopra l’altare, sotto il quale si intravede nello sfondo la figura dell’agnello, realizzata con tempera all’uovo su tavola, è opera dall’iconografa Giovanna Ferrara e inaugurata il 15 settembre 2012. E’ in stile italico e misura 2m. per 126cm. con uno spessore di 4,5cm. ca,.